Situata al primo piano del Palazzo dei Normanni, oggi sede istituzionale del parlamento siciliano, la cappella palatina è stata voluta da re Ruggero II nel 1130, consacrata nel 1140 come cappella privata della famiglia reale e compleatata nel 1143. In questo stesso anno durante la sua inaugurazione, al momento dell’omelia l’arcivescovo di Taormina Filagato da Cerami pronuciò: << […] Il tetto non si può certo saziare di guardarlo, e desta meraviglia a vederlo e sentirne parlare, essendo adornato di certi finissimi intagli variamente lavorati a forma di piccoli canestri, e rifulgendo d’oro da tutte le parti imita il cielo quando nell’aria serena risplende per il coro delle stelle […]>>
la Cappella Palatina è dedicata, per volere di re Ruggero II, a San Pietro Apostolo e ad oggi è considerata uno dei più grandi esempi storico-artistici della convivenza tra culture e religioni diverse. Per la sua realizzazione, infatti, furono coinvolte maestranze bizantine, latine e arabe, che sono riuscite a far convivere i diversi stili in modo armonioso e unico.
La cappella Palatina si sviluppa in tre navate separate da colonne in granito e marmo che sorreggono una struttura di archi ogivali. La cupola eretta sopra le tre absidi della basilica insieme con il transetto e le absidi stesse è interamente decorata con mosaici bizantini. Il più conosciuto è il Cristo Pantocratore che benedice tutti coloro che visitano la cappella. A differenza della cupola, il soffitto della navata centrale e delle altre due navate è costruito in legno e decorato con intagli e dipinti dello stile arabo detti Maqarnas che seguono la rappresentazione del paradiso così come viene descritta all’interno del Corano.
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